Storia


La mia formazione


Sono storica e critica dell’arte (Università "Ca’ Foscari", Venezia).


Mi sono perfezionata in Antropologia Culturale e Sociale (Facoltà  di Psicologia, Università di Padova).


Mi sono specializzata alla Scuola Quadriennale in Tecniche e Metodologie Biotransazionali, (Sisni, Roma).


Mi sono poi specializzata in Arte Terapia ad indirizzo psicodinamico (Art Therapy, Bologna) ed oggi  lavoro come Arte Terapeuta (Albo Apiart, Associazione Arte Terapeuti Italiani).






Il mio campo di studio e lavoro



Dall’architettura, alla cura, passando per l’arte.
Oggi lavoro nella relazione d’aiuto in setting in cui il cliente utilizza la propria espressione creativa come strumento di autoconoscenza e di conoscenza. Ma il cammino per arrivare qui è stato lungo.


Ho preso le mosse dall’Architettura, frequentando il Biennio allo Iuav di Venezia; ad un certo punto ho sentito però la necessità di approfondire lo studio dell’uomo e della sua creatività in senso più ampio… Mi sono trasferita allora a Lettere, dove mi sono laureata in Storia e Critica dell’Arte con una tesi sull’artista contemporaneo Gianni Palminteri.


La contemplazione estetica dell’arte, ancora non mi dava le risposte che cercavo: intuivo un senso più necessario nella pratica umana del fare arte, come se ci fossero dei motivi ‘irrinunciabili’ che spingevano un artista a fare arte e un pubblico a guardarla. Volevo risalire alle radici del fare simbolico e l’Antropologia Culturale, appresa alla Facoltà di Psicologia, è stata la soglia attraverso cui recuperare la conoscenza dei simboli e dei riti che hanno accompagnato, e accompagnano tuttora, l’umanità da centinaia di migliaia di anni.


L’interesse per quanto c’è di simbolico ed inconsapevole nel comportamento di  un individuo e di una società mi ha guidata nello studio delle forme di comunicazione, verbale e non verbale. Ho nutrito la passione per ogni profondità che si cela nella superficie.


Di qui il bisogno di approfondire la conoscenza biologica dell’essere umano da un punto di vista fisiologico e psicologico. Attraverso la Scuola Biotransazionale ho così approfondito la conoscenza delle correlazioni tra Biomeccanica e Psicodinamica.
Ma come utilizzare l'arte per stare meglio? Se intuivo che da millenni l'artista fa ciò inconsapevolmente, poter utilizzare il processo creativo in senso terapeutico necessita di formazione ed epistemologia scientifica. Una scienza dell'arte?! In un certo senso sì; l'arte terapia ha sviluppato degli strumenti per osservare e favorire il processo creativo, situandovisi a lato. Nei fatti la creatività in sé è un fattore di salute; favorirla costruendole attorno un recinto dedicato, agevola le dinamiche trasformative.
Ho avuto occasione di curare dei Laboratori Espressivi per bambini della scuola elementare e da allora non ho mai smesso di lavorare con i bambini che seguo con l'arte terapia o con corsi di disegno o laboratori espressivi.
Lavorare con i bambini e la loro creatività è un'esperienza preziosa ed insostituibile per approfondire il funzionamento di questa funzione umana.
Ho intrapreso così lo studio e la pratica dell’arte non solo da un punto di vista estetico-contemplativo, ma operativo e così ho approfondito personalmente le tecniche grafico pittoriche.  


C'è un altro filone di ricerca che mi ha appassionato nel tempo. Le tematiche sulla Femminilità che per anni ho incontrato nei Laboratori Espressivi Donne alla Scoperta che ho condotto, sono quelle che hanno portato alla nascita delle serate Vaginalia, ciclo di incontri che porto laddove ci sia interesse per conoscere la vera storia del Femminile, per costruire un futuro nuovamente rispettoso della complessità dei generi.


Gli argomenti che approfondisco nella ricerca quotidiana spesso si traducono in Corsi. Ecco allora: Storia dell’arte Italiana, Storia dell’arte contemporanea, Il corpo nella storia dell’arte, Mitologia, Storia della Donna e Sessualità in Occidente.


Inoltre dal 1995 conduco visite guidate classiche ed espressive a Musei ed Esposizioni in cui favorire nei partecipanti un’esperienza estetica il più possibile autentica, cioè vicina agli specifici bisogni individuali.




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